que estas haciendo en @paris ?

Pues varias cosas…Hace un par de años la gente no entendía muy bien cual es mi trabajo. Ahora, además, no se entiende muy bien donde estoy viviendo. Así que me parece importante, por hygiene mental (como diría Alfonso), dejarlo claro: estoy viviendo sobre todo en París, en Madrid y en Italia. Es importante añadir que, utilizando la terminologia #knowmads, mi campo base se encuentra actualmente en París, es decir que es aquí donde paso la mayoría de mi tiempo y donde me considero más estable. Sin embargo no me encuentro completamente a gusto diciendo que vivo aquí porque esa expresion excluye que pueda, al mismo tiempo, vivir en otras ciudades. Ah, para quien se este preguntado: sí, tengo un sitio para estar en Madrid, uno en París y uno en Italia. Por cierto, lo de Madrid es super interesante: es una experiencia de networked housing llamada LAGUNA. Ya os contaré más dentro de poco, de momento solo he adelantado lo de QUARTO.

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slowbusiness workshop – il tempo vuoto è la nuova pagina bianca

Qualche tempo fa ho annunciato in questo discussissimo post che avrei smesso di lavorare o quasi. L’espressione “smettere di lavorare” è volutamente inesatta e tale inesattezza, oltre ad aver creato qualche giustificata incomprensione (potete leggere questo interessante thread di commenti su facebook), è stata utile per scatenare un dibattito che, con mia sorpresa, ha dimostrato che l’argomento è molto sensibile (le visite del mio poco visitato blog si sono letteralmente impennate). Sono impegnato da mesi in questa ricerca sull’equilibrio professionale e vitale, e ho già spiegato come per me smettere di lavorare sia, in un certo senso, un modo per fare meglio il mio lavoro, o comunque un modo per esercitare il mio impegno etico rispetto al mondo. Cerco di ri-spiegarlo.

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2012: non lavorare per fermarsi a pensare

Smettere di lavorare. Qualche mese fa ho annunciato su questo blog che sarebbe stato il mio progetto per il 2012. Detto, fatto. A gennaio 2012 ho iniziato a smettere. E ora voglio raccontarlo qui. Cosí, per vedere chi c’è dall’altra parte. Ammetto anche che ieri mattina, mentre iniziavo a scrivere questo testo, ho avuto l’impressione di essere sul punto di pubblicare un post molto pericoloso. Ma comunque andiamo avanti. A voler essere precisi, non ho proprio smesso di lavorare. Si tratta più che altro di lavorare in modo molto diverso, di rivedere radicalmente l’equilibrio fra il lavoro e il tempo libero o, come preferisco dire io, l’equilibrio fra il tempo in cui sono occupato e il mio “tempo vuoto”. Il vuoto per me è molto importante, sia nel tempo che nello spazio. Forse, mi dico, perché è nel vuoto che inizia la creazione. Ecco: a me sembrava che di questo vuoto ce ne rimanesse sempre meno e comunque a me non bastava. Ho deciso quindi che il 2012 sarebbe stata l’occasione per riaverne. Vuoto nello spazio, semplificando la mia vita e riducendo gli oggetti che mi circondano; vuoto nel tempo, svuotando la mia agenda.

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